Una poesia in memoria dei sette lavoratori della Thyssenkrupp morti nel 2007 a Torino

Il cuore rimasto in Fabbrica
anche adesso che ho raggiunto la pensione
Sognavamo il cielo ma da decenni è sempre più lontano
Il silenzio e la solitudine circondano la mia Fabbrica
e tutte le fabbriche d'Italia
La classe operaia non è più centrale
e il paradiso è diventato inferno
di fiamme di fuoco e d'olio bruciato
di operai sfiniti che fanno notizia solo quando diventano torce umane
Operai sfruttati come non è successo mai
Il silenzio e la solitudine circondano la mia Fabbrica
e tutte le fabbriche d'Italia
Anche il nostro bravo Presidente
urla instancabile le morti sul lavoro
ma anche le sue sono urla impotenti
Addio Compagni di fatica, di sogni e d'ideali
Bagnati dalle nostre lacrime riposate in pace

sabato 19 marzo 2011

Primavera nel Sannio 1998

Primavera nel Sannio
1998

E’ difficile non essere retorici
quando vedi il Sannio al risveglio dall’inverno
Appena si schiariva sono andato in alto
per riempirmi gli occhi e il cuore del più vasto orizzonte
e conservarne il ricordo fino a quando non potrò tornare

Quanto è bella la terra dove sono nato a primavera
per i dolci declivi e i verdi ulivi sembra la Toscana
ma mi dicono che in tanti sono ancora costretti ad emigrare
se ci penso mi vengono gli occhi umidi e mi arrabbio
ripenso a mia madre ed a mio padre
ed a quello che hanno sopportato
Anch’io ho sofferto, anche se nel ‘54 avevo solo cinque anni
e ho avuto la fortuna di crescere a Bologna
E’ difficile per chi non l’ha provato
capire il turbinio di sentimento che puoi avere
verso il luogo che hai dovuto abbandonare

Cercherò di far amare questa terra
anche ai miei due figli nati altrove
che si considerino anche un po' sanniti

Vedere il Sannio a primavera mi fa capire gli antichi suoi abitanti
che lo difesero fino all’estinzione
e perché dalla Svezia i Longobardi.
attraversarono l’Europa per fermarsi proprio qui.

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