Una poesia in memoria dei sette lavoratori della Thyssenkrupp morti nel 2007 a Torino

Il cuore rimasto in Fabbrica
anche adesso che ho raggiunto la pensione
Sognavamo il cielo ma da decenni è sempre più lontano
Il silenzio e la solitudine circondano la mia Fabbrica
e tutte le fabbriche d'Italia
La classe operaia non è più centrale
e il paradiso è diventato inferno
di fiamme di fuoco e d'olio bruciato
di operai sfiniti che fanno notizia solo quando diventano torce umane
Operai sfruttati come non è successo mai
Il silenzio e la solitudine circondano la mia Fabbrica
e tutte le fabbriche d'Italia
Anche il nostro bravo Presidente
urla instancabile le morti sul lavoro
ma anche le sue sono urla impotenti
Addio Compagni di fatica, di sogni e d'ideali
Bagnati dalle nostre lacrime riposate in pace

giovedì 17 marzo 2011

Non voglio più essere italiano

Non voglio più essere italiano

Non voglio più essere italiano
diventerò padano poi...
emiliano
bolognese
di Borgo Panigale
di Via del Milliario
del numero 7
della porta di destra
del primo piano
non voglio più essere italiano.



Tratta dal mio primo libro del 1997 "Maruchein" abitavo in Via del Carroccio

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