Il cuore rimasto in Fabbrica
anche adesso che ho raggiunto la pensione
Sognavamo il cielo ma da decenni è sempre più lontano
Il silenzio e la solitudine circondano la mia Fabbrica
e tutte le fabbriche d'Italia
La classe operaia non è più centrale
e il paradiso è diventato inferno
di fiamme di fuoco e d'olio bruciato
di operai sfiniti che fanno notizia solo quando diventano torce umane
Operai sfruttati come non è successo mai
Il silenzio e la solitudine circondano la mia Fabbrica
e tutte le fabbriche d'Italia
Anche il nostro bravo Presidente
urla instancabile le morti sul lavoro
ma anche le sue sono urla impotenti
Addio Compagni di fatica, di sogni e d'ideali
Bagnati dalle nostre lacrime riposate in pace
Una poesia in memoria dei sette lavoratori della Thyssenkrupp morti nel 2007 a Torino
sabato 19 marzo 2011
Antonio Ligabue
Una canzone per Antonio Ligabue
Mamma te ne sei andata
io con te non son mai stato
quella donna mi ha voluto
ma mi tratta con distacco.
Tutto faccio per dispetto
in collegio mi spedisce
poi si pente e mi riprende
fino a quando i gendarmi
mi spediscono in Italia.
Chi è cal brot e sgraziè
j’al ciamen al tedesc
Ma l’e al fiol ed Laccabue.
Carriola su carriola
quanta sabbia ho trasportata
fino a quando nella gavetta
uno stronzo mi han buttato
umiliato in un bosco son scappato
e solo in una capanna io vivrò.
Dritto in piedi una buca
son costretto a dormire
mi fasci anche la testa
per salvare naso e orecchie
da topi affamati.
Quando vado a Gualtieri
devo mettermi ad abbaiare
per non prendere sassate.
Svizzera mia cara quanta nostalgia
Dai figliolo vieni con me
No! Tu mia madre hai avvelenata
non sarò mai un Laccabue, sono Antonio…Ligabue
Dammi un bacio, dammi un bacio
e un mio quadro ti darò
io di baci non ne ho mai avuti
Nero di fuliggine e cartoni
si trasformano in animali
coi colori entro nei quadri
sono tigre maestosa
e cerbiatto da predare.
Dammi almeno tre minestre
questo quadro è molto bello.
Tutti vogliono i miei quadri
ma nessuno mi dà amore.
Ora che la vita mi girava
son rimasto paralizzato.
Da bestia son vissuto
morire proprio adesso….
Tra i denti impreco Dio…
non doveva finire così.
Mamma te ne sei andata
io con te non son mai stato
quella donna mi ha voluto
ma mi tratta con distacco.
Tutto faccio per dispetto
in collegio mi spedisce
poi si pente e mi riprende
fino a quando i gendarmi
mi spediscono in Italia.
Chi è cal brot e sgraziè
j’al ciamen al tedesc
Ma l’e al fiol ed Laccabue.
Carriola su carriola
quanta sabbia ho trasportata
fino a quando nella gavetta
uno stronzo mi han buttato
umiliato in un bosco son scappato
e solo in una capanna io vivrò.
Dritto in piedi una buca
son costretto a dormire
mi fasci anche la testa
per salvare naso e orecchie
da topi affamati.
Quando vado a Gualtieri
devo mettermi ad abbaiare
per non prendere sassate.
Svizzera mia cara quanta nostalgia
Dai figliolo vieni con me
No! Tu mia madre hai avvelenata
non sarò mai un Laccabue, sono Antonio…Ligabue
Dammi un bacio, dammi un bacio
e un mio quadro ti darò
io di baci non ne ho mai avuti
Nero di fuliggine e cartoni
si trasformano in animali
coi colori entro nei quadri
sono tigre maestosa
e cerbiatto da predare.
Dammi almeno tre minestre
questo quadro è molto bello.
Tutti vogliono i miei quadri
ma nessuno mi dà amore.
Ora che la vita mi girava
son rimasto paralizzato.
Da bestia son vissuto
morire proprio adesso….
Tra i denti impreco Dio…
non doveva finire così.
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