Una poesia in memoria dei sette lavoratori della Thyssenkrupp morti nel 2007 a Torino

Il cuore rimasto in Fabbrica
anche adesso che ho raggiunto la pensione
Sognavamo il cielo ma da decenni è sempre più lontano
Il silenzio e la solitudine circondano la mia Fabbrica
e tutte le fabbriche d'Italia
La classe operaia non è più centrale
e il paradiso è diventato inferno
di fiamme di fuoco e d'olio bruciato
di operai sfiniti che fanno notizia solo quando diventano torce umane
Operai sfruttati come non è successo mai
Il silenzio e la solitudine circondano la mia Fabbrica
e tutte le fabbriche d'Italia
Anche il nostro bravo Presidente
urla instancabile le morti sul lavoro
ma anche le sue sono urla impotenti
Addio Compagni di fatica, di sogni e d'ideali
Bagnati dalle nostre lacrime riposate in pace

giovedì 17 marzo 2011

A mio nipote Christian Visconti morto in moto investito da un automobilista il 6 ottobre del 1990 all'età di 18 anni

Cavaliere sannita, cavaliere moderno

Sapevi chi erano e quel che cercavano
arrivavano dal fiume i nemici di sempre
la donna e la terra ti volevan strappare.
Battaglia tremenda non ti ha perdonato
la lancia spezzata e la spada caduta
lo sguardo feroce al nemico vincente
e un pensiero d'amore al tuo mondo che andava.

Ti hanno sconfitto cavaliere sannita
ma la vita si rischia per quel che si ama.

Cavaliere moderno eri giovane e bello
in quel giorno di ottobre un suona alla porta
ignaro l'amico ti portava a morire
Il sole e la luce andavate a cercare.

Il cavallo di ferro era docile e calmo
amavi sentire i vento sul corpo.
Senza armi indifeso non avevi nemici
Bianca di zinco ti stava cercando
era lucida e fredda quando ti è apparsa
la difesa non c'era e la fuga nemmeno
si avventa ti prende e ti scaglia lontano.
L'asfalto e poi nulla.

Eri in guerra ma il nemico chi era?
il sorriso forzato e patinato?
chi porta l'abito firmato?
Il tempo veloce e impazzito?
Cavaliere moderno chi era il nemico?
Scritta nel 1990 e pubblicata sul libro "maruchein" abitavo in Via del Carroccio del 1997

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