Il cuore rimasto in Fabbrica
anche adesso che ho raggiunto la pensione
Sognavamo il cielo ma da decenni è sempre più lontano
Il silenzio e la solitudine circondano la mia Fabbrica
e tutte le fabbriche d'Italia
La classe operaia non è più centrale
e il paradiso è diventato inferno
di fiamme di fuoco e d'olio bruciato
di operai sfiniti che fanno notizia solo quando diventano torce umane
Operai sfruttati come non è successo mai
Il silenzio e la solitudine circondano la mia Fabbrica
e tutte le fabbriche d'Italia
Anche il nostro bravo Presidente
urla instancabile le morti sul lavoro
ma anche le sue sono urla impotenti
Addio Compagni di fatica, di sogni e d'ideali
Bagnati dalle nostre lacrime riposate in pace
Una poesia in memoria dei sette lavoratori della Thyssenkrupp morti nel 2007 a Torino
sabato 19 marzo 2011
Il diario di Vincent Van Gogh
Il diario di Vincent
Le orme di mio padre seguirò
pastore d’anime diventerò
sono sempre a veder mostre
adoro i quadri di maestri.
Ma io studierò
servo di Dio io sarò
di nozioni mi han domandato
a per quelle non son portato
e all’esame mi han bocciato
Caro Theo, io sto bene
non gli scriverò che soffro tanto
che l’anima spenta sento
e la mente a volte scappa, scappa via
i colori son calmanti, dipinti sono musica
Mi commuovono i girasoli
quando girano col sole
così bello da copiarlo(imitarlo)
tre in studio ho portato
ma hanno perso l’energia
e son diventati vecchi e curvi.
Caro Theo, io sto bene
a dipingere dal vero
odo gli alberi vibrare
li sento urlar di gioia
quando il cielo è nuvoloso
questo cielo è molto basso
così basso da schiacciarmi
anche ai corvi fa paura
e non voglion più volare, più volare
non voglio più volare
L’angoscia non mio lascia
i pensieri sono cupi
qui mi guardan in modo strano
sembro essere un lebbroso
i colori son nemici
per la rabbia li ho mangiati
mi sento tanto male, da morire
nella testa ho delle voci
mi dicon cose folli
la notte tremo di paura
urlo contro il mondo intero
Caro theo, io sto bene
ormai sono guarito
è stato un attimo di buio
dipingo un paesaggio solo
ma lo vedo con le sbarre, prigioniero, manicomio
fammi uscire, fammi uscire, fammi uscire
Liberato nella casa gialla son tornato
la salute ho ritrovato
ma le voci io risento
e diventan della grida
non sopporto più la vita
e la farò finita.
Le orme di mio padre seguirò
pastore d’anime diventerò
sono sempre a veder mostre
adoro i quadri di maestri.
Ma io studierò
servo di Dio io sarò
di nozioni mi han domandato
a per quelle non son portato
e all’esame mi han bocciato
Caro Theo, io sto bene
non gli scriverò che soffro tanto
che l’anima spenta sento
e la mente a volte scappa, scappa via
i colori son calmanti, dipinti sono musica
Mi commuovono i girasoli
quando girano col sole
così bello da copiarlo(imitarlo)
tre in studio ho portato
ma hanno perso l’energia
e son diventati vecchi e curvi.
Caro Theo, io sto bene
a dipingere dal vero
odo gli alberi vibrare
li sento urlar di gioia
quando il cielo è nuvoloso
questo cielo è molto basso
così basso da schiacciarmi
anche ai corvi fa paura
e non voglion più volare, più volare
non voglio più volare
L’angoscia non mio lascia
i pensieri sono cupi
qui mi guardan in modo strano
sembro essere un lebbroso
i colori son nemici
per la rabbia li ho mangiati
mi sento tanto male, da morire
nella testa ho delle voci
mi dicon cose folli
la notte tremo di paura
urlo contro il mondo intero
Caro theo, io sto bene
ormai sono guarito
è stato un attimo di buio
dipingo un paesaggio solo
ma lo vedo con le sbarre, prigioniero, manicomio
fammi uscire, fammi uscire, fammi uscire
Liberato nella casa gialla son tornato
la salute ho ritrovato
ma le voci io risento
e diventan della grida
non sopporto più la vita
e la farò finita.
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